Domande di uno studente di cinema ad un compositore

Joe Schievano sounddesigner
Joe Schievano durante un take per una colonna sonora integrata

Simone Parovel è un ragazzo che viene dalla mia città e frequenta la scuola di cinema MOHOLE di Milano, è pieno di entusiasmo e di domande..

“Quando si entra in argomento musica sento parlare spesso di colonna ibrida oppure integrata, cos’è?”

E’ vero: basta seguire qualche serie famosa, andare al cinema con un’attenzione in più per la colonna ed è subito chiaro che creare e produrre soundtrack in stile “ibrido” è oggi un trend. Le ragioni di questo meritato successo sono diverse. Anche se il termine “ibrido” non è molto musicale, questo approccio consiste nell’integrare insieme modi classici con elementi elettronici. Niente di nuovo, mi dirai, si fa dagli anni 70.

Giusto, ma la novità è che questo riguarda non solo elementi di armonia e melodia, come ampiamente sperimentato da almeno 5 decenni, ma si applica anche e soprattutto ad elementi timbrici. e ambientali.

Quindi per comporre bisogna scomporre?

Esatto. Uno dei nuovi trattamenti del suono è la sintesi granulare, con cui è possibile scomporre il suono di qualsiasi strumento analogico, un violoncello, una tromba o altro, per creare un suono nuovo, spesso integrato con suoni di sintesi, o addirittura con suoni reali ambientali, anch’essi trattati.

Ogni suono, così come anche le sue variazioni più continue, è assimilabile ad un insieme di un numero sufficientemente alto di particelle elementari: durante lattacco, il sostegno e il decadimento di un suono complesso, migliaia di suoni puri appaiono in intervalli di tempi più o meno brevi” [Iannis Xenakis]

La sintesi granulare è quel processo mediante il quale viene generato un suono che è la somma di tanti altri piccoli suoni.

Progetto di prove destrtturazione di un suono per colonna sonora

Quindi in questo modo potrei creare una “firma” originale del sound?

Questa modalità apre a scenari molto vasti dalle infinite possibilità, garantendo un nuovo impulso all’atto creativo del compositore musicale. Il primo aspetto compositivo garantito è proprio l’unicità.

Creare sonorità così particolarmente studiate permette all’opera audiovisiva di uscire dall’omologazione di genere, dai mood già sentiti più volte. Si può ovviamente decidere e gestire il grado di originalità, proprio per la caratteristica intrinseca di questo metodo, che sta nel “miscelare” gli elementi, al pari di un bravo gourmet.

Ricerca suoni su strumenti analogici

Ci sono temi più adatti di altri per produrre una colonna ibrida o integrata?

In quasi tutte le produzioni l’emozione è coinvolta e l’aspetto più interessante di questo approccio è quello evocativo. La sintesi granulare fruga nelle emozioni.

L’ibridazione in generale e la sintesi granulare in particolare, possono inserire elementi sonori che fanno specificatamente parte della storia del film, oppure elementi universalmente riconosciuti, ancestrali, ecco quindi che anche i suoni ambientali e tutto ciò che è diegetico può essere utilizzato ed integrato.

Otteniamo così musica meno didascalica e più orientata a far emergere quello che il grande Maestro Ennio Morricone definiva “far emergere il non detto”, ovvero quello che non si vede, ma si sente nelle corde dell’anima.

Ma ci sono esperti in ibridazione o integrazione?

Non possiamo definirli così ma è indubbio che per poter affrontare questo tipo di lavoro, servono competenze aggiuntive alla composizione musicale.

Una competenza nel mondo del sound design è indispensabile, per poter progettare la scomposizione e la creazione di nuovi suoni. Sono convinto che disporre anche di conoscenze base di psicoacustica e di fonica sia molto importante, anche se dovrebbero essere già il bagaglio di un buon sound designer.

In realtà, però occorre qualcosa in più, intendo uno spessore culturale musicale ampio che comprende anche la musica antica, la classica, fino al contemporaneo e alle nuove frontiere più innovative. Occorre saper maneggiare con competenza gli innumerevoli linguaggi, poterli cogliere come elementi adatti allo scopo e creare dei match tra loro.

Tutti questi aspetti possono essere gestiti da una unica persona o ancora meglio da un team.

Essendoci anche un rapporto stretto con l’ambiente che ci circonda, credo che, per esempio che un elemento essenziale sia la curiosità. Tenere le antenne alzate a cogliere situazioni e ambienti sonori che potrebbero essere funzionali al lavoro è il requisito che può fare la differenza..

Resta il fatto che la creazione di una colonna sonora resta prima di tutto un atto artistico, credo questo sia un prerequisito perché l’opera faccia vibrare delle corde allo spettatore, e si integri alla perfezione con la vocazione del film.

Ecco, credo in estrema sintesi che questo tipo di lavoro, in ordine di priorità, dovrebbe essere prima un’opera artistica, poi ingegneristica.

Mi faresti ascoltare un tuo lavoro con questo approccio integrato?

Questo teaser è un breve esempio di una title track che ho creato con questo approccio creativo e produttivo.

Nel film si parla di poesia visiva e sonora, dove il poeta modella il linguaggio con suoni della voce molto particolari, a volte gutturali, che insieme creano la performance.

Per questo ho utilizzato il suono di violoncello (al min 01.04) che è stato destrutturato e rimontato con una ritmica inusuale, ma che imita proprio quel tipo di approccio vocale di quel modo di fare poesia, per raccontarla, entrare in risonanza con essa, ma senza essere descrittivo.

Poesia in carne e ossa Di Marco Pavan – Produzione Fabrica per Imago Mundi

Lettura consigliata: Sound Design is the New Score: Theory, Aesthetics, and Erotics of the Integrated Soundtrack (Oxford Music/Media Series) (English Edition)

Ti interessa approfondire il discorso sulla colonna sonora integrata?

Contattami, sarò ben lieto di rispondere alle tue domande, considerazioni e richieste di informazioni.

Scrivi a: joe@joeschievano.com

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